Cari colleghi,
riguardo alla mancata applicazione del protocollo d'intesa dell'aprile
'99 il Direttivo UIL P.A. Università di Firenze si rammarica del
comportamento a dir poco negligente e dilatorio dell'Amministrazione,
ma non può fare a meno di rilevare le conseguenze per tutti i lavoratori
del ruolo tecnico-amministrativo che potrebbero scaturire qualora l'Amministrazione
ignorasse anche la semplice applicazione del contratto prendendo a pretesto
i ricorsi che altri sindacati stanno promovendo.
Per questi motivi oggi si ritiene necessario ragionare in modo diverso
rispetto al passato.
Entrando nel merito, il nostro contratto nazionale prevede alcuni meccanismi
di progressione giuridica ed economica del personale attraverso gli artt.
56, 57 e 74. L'art. 74 è già stato applicato in modo estensivo,
ma non esaustivo, prima dell'arrivo del nuovo Direttore Amministrativo,
portando i vincitori delle prove di selezione (una per ciascuna area professionale)
al primo livello stipendiale della categoria superiore, ma con immediato
(e questa volta tempestivo) riassorbimento delle quote A e B di incentivazione,
cardine economico provvisorio del processo di riposizionamento e di riorganizzazione
previsto dal protocollo d'intesa. Comunque, se gli altri strumenti contrattuali
venissero applicati potrebbero dare degli immediati, seppur parziali,
benefici giuridici ed economici e renderebbero ragionevolmente rapido
l'inserimento diretto o indiretto di tutto il personale nella categoria
superiore. Infatti, se li analizziamo, vediamo che:
- con l'applicazione dell'art. 56 si segue il processo della progressione
stipendiale "orizzontale" nella categoria di appartenenza.
Il fondo per finanziare le progressioni è quello dell'art. 68
del contratto, quindi questa operazione verrebbe fatta con i soldi dei
lavoratori per il salario accessorio, ma l'incremento stipendiale sarebbe
consolidato nel bilancio dell'Ateneo e svincolato quindi dal salario
accessorio la cui conferma diventa sempre più difficile ed aleatoria.
- L'applicazione dell'art. 56 avrebbe un effetto giuridico molto importante
perché sarebbe pensionabile per intero invece che per quota parte,
come avviene per il salario accessorio.
- L'applicazione dell'art. 56 renderebbe giustizia a quei colleghi
che hanno maturato il triennio di anzianità nel corso del 2003
e che pertanto furono esclusi dalla prima applicazione.
- Tutti gli altri colleghi matureranno il triennio di anzianità
previsto dal contratto il 31 dicembre 2003: a loro una seconda applicazione
dell'art. 56 permetterebbe di salire di una classe stipendiale che per
gli apicali corrisponde in pratica al livello iniziale della categoria
superiore. Questo ci sembra doveroso per gli ex art. 74 che ebbero una
lettera di congratulazioni contestuale al recupero delle quote A e B.
Ma anche tutti gli altri ne hanno diritto, altrimenti rimangono a guardare.
- L'applicazione "immediata" dell'art. 57 (progressione verticale
nel sistema di classificazione) porterebbe alla categoria superiore
356 colleghi più una quota parte dell'incremento di organico
programmato nel triennio 2003-2005, suddivisi nelle attuali varie categorie
in aree professionali ancora da stabilire secondo le indicazioni di
una Commissione all'uopo istituita.
- La carenza di organico riconosciuta dall'Amministrazione è
di quasi 450 lavoratori che dovrebbero essere assunti nel triennio,
blocchi delle Finanziarie permettendo. Questo consentirebbe ad altrettanti
colleghi di scorrere di una categoria, nella migliore ipotesi di interpretazione
degli ormai famigerati vincoli del 50% stabiliti dall'art. 57.
- Si spera, ma senza tanta convinzione, che il nuovo contratto tolga
o riduca il vincolo del 50%: maggiori possibilità ci saranno
per tenere distinti i fondi per le progressioni da quelli del salario
accessorio e quindi gli artt. 56 e 57 saranno di più facile applicazione.
- Nel frattempo, purtroppo, tutti si invecchia: se oggi mediamente
se ne vanno in pensione circa 30 colleghi l'anno e se finalmente verrà
tolto il blocco del turn-over (e lo dovranno fare, altrimenti l'Ateneo
cesserà di funzionare ed è già su questa strada),
si ricavano altre opportunità di scorrimento con il successivo
piano triennale a partire dal 2006.
- Contratto alla mano arrivare alla classe stipendiale massima equivale
a raggiungere, se non addirittura a superare, la categoria superiore,
salvo il differenziale dell'indennità di Ateneo. Perciò
crediamo meno onerosa e quindi molto più fattibile l'applicazione
dell'art. 57 agli apicali.
- Con tutti questi strumenti noi crediamo che si possono accontentare,
seppure parzialmente, le legittime aspettative di tutti i tecnici e
amministrativi dell'Ateneo fiorentino
SAPPIAMO BENE CHE TUTTO CIO' NON E' IL RIPOSIZIONAMENTO DEL PROTOCOLLO
DI INTESA DEL 16 APRILE 1999 A CUI ANCHE NOI AVEVAMO CREDUTO E CONTRIBUITO:
MA LE COSE OGGI STANNO COSI'.
E' ovvio che più tardi si procederà all'attuazione dell'art.
57, più tempo passerà affinché si possa ottenere
un nuovo passaggio di categoria (5 anni, se il nuovo contratto non li
ridurrà). Inoltre, pensiamoci, senza l'applicazione immediata perdiamo
circa 35/50 euro al mese.
Quello che è emerso in sede di contrattazione con l'Amministrazione
individua la volontà di altre Organizzazioni Sindacali di perseguire
l'applicazione in toto del protocollo di intesa del '99 attraverso la
famosa autovalutazione, ma tutti voi sapete bene che tale protocollo è
oggi da considerarsi inattuabile in quanto contrasta con i principi fondamentali
del CCNL che è purtroppo norma sovrastante. Ad esempio:
- non rispetta l'obbligo di coprire i posti disponibili in organico
per metà con progressioni di carriera interne e per l'altra metà
con assunzioni esterne (limite che rende giuridicamente aggredibile
il regolamento "allargato" per le procedure concorsuali dell'art.
57, e noi sappiamo quanto siano attenti i nostri Revisori dei conti);
- non rispetta il vincolo di non superare più di una categoria
nelle procedure relative alla progressione economica;
- non tiene conto dei vincoli di bilancio; pertanto solo se il Consiglio
di Amministrazione valuterà che la progressione verticale rientra
nelle spese programmate di bilancio potremo attuarla. In ogni caso allo
stato attuale 500 passaggi, a detta della stessa Amministrazione, sono
finanziati.
Quali potrebbero essere i benefici dei ricorsi?
Anche se i ricorsi andassero a buon fine pensiamo che passerà
molto più tempo di quanto sarà necessario per applicare
il contratto e quindi (se tale ipotesi fosse giusta) fra qualche anno
l'Amministrazione dovrebbe pagare (sembra per un anno) la differenza economica
fra la posizione richiesta dal lavoratore con l'autovalutazione e quello
che ha preso come trattamento economico, considerando che il dipendente
ha già percepito parte di tale differenza con le famose 94000 lire
(quota di primo impatto sul riposizionamento) e con la quota B. Mentre
potrebbe anche verificarsi che tutto venga bloccato, comprese le legittime
applicazioni contrattuali.
E' in base a queste considerazioni che il Direttivo chiede a tutti i
colleghi tecnici ed amministrativi di riflettere e di impegnarsi affinché
venga applicato dall'Amministrazione il CCNL. In questo senso vi invitiamo
a spedire al nostro indirizzo di e-mail (uil@unifi.it),
la vostra opinione per capire che grado di mobilitazione possiamo portare
avanti per rappresentarvi.
A questo punto si conclude facendo presente che, a nostro avviso, aspettare
una soluzione diversa da quella esposta è solo una inutile perdita
di tempo.
Il Direttivo UIL - P.A. di Ateneo.
Firenze 27-10-2003
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