Cari colleghi,
in relazione alla progressione verticale collegata all'applicazione dell'art.
57 del CCNL, possiamo contestare aspramente i vincoli che la norma ci
impone; ma, allo stato attuale, tale applicazione può essere effettuata
solo se si è capaci di passare dalla protesta alla proposta.
Una proposta unitaria e condivisa, per essere riconosciuta, deve portare
a raggiungere l'obiettivo della progressione verticale con un valore numerico
più ampio possibile mediante più procedure selettive che
non devono trascurare le progressioni orizzontali. Le quali, nel tempo
e con un calendario ben definito, permettono anche di attuare progressioni
verticali a costo zero (es.: il costo di un C5 è uguale a quello
di un D1).
Noi tale numero, come prima attuazione, lo individuiamo valutando una
carenza organica di 650/700 dipendenti Tecnici Amm.vi; che, rispetto al
piano di cambiamento, risulta un numero sensato. Considerando che il nostro
Ateneo, fra aperture di nuovi corsi di laurea e attivazioni di nuove strutture
decentrate (Prato, Sesto, Novoli, Empoli ecc.), può essere riconosciuto
come un Ateneo di grosse proporzioni, ha però il grave handicap
di comprendere un numero di dipendenti fortemente insufficiente a garantire
buoni servizi, con rilevante danno all'immagine universitaria.
Noi riteniamo pertanto che il nostro dato sia accettabile per qualsiasi
organo di controllo e siamo anche convinti che, con l'unità sindacale,
si potrebbe ottenere di più.
Il riposizionamento non ha purtroppo più peso, perché oltre
alla Cisl anche l'Amm.ne non ha nessuna intenzione di considerarlo valido,
perché per l'una (Cisl) non è accettabile e per l'altra
(Amm.ne) è in contrasto con il contratto.
In questo senso chiediamo a chi ci legge di trovare la forza per ragionare
al di là dell'appartenenza sindacale; aspettandoci che, per il
bene di tutti, si trovi il coraggio di dire ai propri rappresentanti che
non esiste nessuna via d'uscita se non quella di accettare la sfida dei
numeri, cioè: far crescere quegli esigui 336 posti stabiliti dall'Amm.ne
e che la stessa può bandire anche senza il nostro consenso.
PERCHE' SI ALLE FORME DI LOTTA
Qualche giorno fa le tre OO.SS. Confederali hanno inviato un comunicato
unitario, che ho già trasmesso e che ancora potete leggere di seguito.
In relazione ad esso, unitamente alla nostra richiesta di aumentare il
numero di posti a selezione (Art. 57) non accolta dall'Amm.ne, la UIL
ha aderito alle iniziative di lotta indette in Ateneo. Ancora oggi, non
essendoci state comunicazioni positive da parte delle Confederazioni e/o
da parte dell'Amm.ne, si rimane solidali alle indicazioni pervenute e
si invita i nostri inscritti a partecipare alle iniziative di lotta.
(Segue sintesi comunicato unitario nazionale del 02.04.03).
CGIL-CISL-UIL hanno ribadito che il ritardo per il rinnovo del CCNL
rispetto a quanto sta avvenendo in altri comparti non consente ulteriori
dilazioni e che non è possibile condizionare un atto dovuto come
il CCNL al problema più o meno contingente del funzionamento delle
Università.
Pur condividendo le difficoltà che la carenza di finanziamenti
comporta alla vita degli Atenei, deve però essere chiaro che a
farne le spese non possono essere i lavoratori, i quali invece attendono
azioni concrete da parte dei Rettori per un sollecito avvio delle trattative.
CGIL-CISL-UIL ritengono necessario continuare l'interlocuzione con il
Comitato di Settore per verificare a breve l'evoluzione della situazione
e contestualmente indicono lo stato di agitazione del personale dell'Università,
invitando tutte le Strutture ad attuare forme di mobilitazione in sede
locale.
Per un maggiore approfondimento degli argomenti trattati, sarà
possibile leggere il documento completo collegandosi alla nostra pagina
web http://www.unifi.it/uil/linea_diretta/index.html
Il Direttivo UIL-P.A. di Ateneo
Firenze, 12-04-03
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