Unione Italiana Lavoratori -
Coordinamento Università


Cari Colleghi,

Per rendervi meno complessa l'attuale realtà faremo una sintesi delle nostre posizioni espresse negli ultimi incontri partendo dal 30 gennaio 2003, giorno dell'occupazione della Direzione Amm.va.
Durante l'occupazione abbiamo precisato ai giornalisti presenti che rispetto all'indirizzo delle RSU, noi eravamo in sintonia finché si trattava di recuperare le cifre sottratte ai lavoratori, mentre non eravamo concordi nel considerare illegale il D.D. 416/2002 (quello che ha permesso ad alcuni lavoratori di avere delle quote aggiuntive di stipendio), in quanto se non erano illegali i precedenti decreti non si capisce come avrebbe potuto esserlo l'attuale che ne è quasi la fotocopia. Semmai, come avevamo già sottolineato, erano da criticare i primi Decreti (467/2001 e successivo 512/2001), perché era stata sbagliata l'impostazione e il criterio della scelta delle persone; comunque, una volta accettato, non è coerente delegittimare quello attuale. La UIL non ha nessuna intenzione di peggiorare una situazione già critica, portando ulteriori contrasti fra lavoratori nel togliere emolumenti a coloro ai quali sono stati formalmente assegnati dall'Amm.ne. Ribadiamo che il metodo non ci piace affatto ma noi non diremo mai di tagliare il salario, semmai di integrarlo trovando altre risorse da assegnare agli esclusi in base a criteri da concordare.

All'incontro successivo l'occupazione, la UIL ha voluto evidenziare il fatto che il passaggio da una categoria inferiore ad una superiore deve necessariamente portare ad un incremento economico attraverso l'inquadramento nella classe stipendiale adeguata.
L'incontro del 31 gennaio si è sviluppato con un confronto particolarmente acceso sulla legalità o meno del D.D. 416/2002 che ha visto in contrasto i rappresentanti dell'Amm.ne e le RSU.

La situazione era diventata talmente preoccupante da costringerci ad intervenire ribadendo la nostra posizione sottolineando in modo fermo che è nostro dovere superare gli ostacoli, soprattutto se consideriamo che dai colleghi arrivano segnali di sdegno e di deleteria rassegnazione. In questa situazione di stallo persistente, valutiamo che i danni cadrebbero sulle spalle di tutti e in particolare dei lavoratori, da qui il nostro obbligo a trovare soluzioni convergenti anche ridiscutendo gli accordi concordati nel passato. Per questo non possiamo più considerare una vittoria: l'aver ottenuto il trattamento accessorio con le modalità vigenti, la percentualizzazione sul processo di autovalutazione, le 94000 Lire di primo impatto, l'indennità di rientro pomeridiano, perché un percorso partito nel 1998 è ancora fermo e non c'è volontà di applicarlo. Nonostante consideriamo il riposizionamento il metodo migliore per applicare le indicazioni politiche e normative (efficacia, efficienza, economicità) riteniamo che sia passato troppo tempo per attuarne l'espletamento.

Nell'incontro del 3 febbraio, che ha portato alla rottura con l'Amm.ne, abbiamo ribadito coerentemente la nostra posizione che avrebbe portato ad azioni precise; la prima (considerati gli eventi) sarebbe stata: proporre di fare ricorso al Giudice per il riconoscimento economico a coloro ai quali sono state riconosciute le mansioni superiori, ormai decadute perché non sono stati osservati i vincoli contrattuali. Con la nostra dichiarazione finale abbiamo comunque voluto tenere aperto uno spiraglio per la contrattazione del 07-02-2003 collegata al bando per l'applicazione dell'art. 57 e della corresponsione di una indennità sostitutiva di quella attuale di rientro pomeridiano, senza danno economico per i colleghi.

Nell'incontro del 7 febbraio '03 in relazione ad un segnale distensivo da parte dell'Amm.ne abbiamo evidenziato che anche se la posizione assunta dalla controparte non era coincidente con il documento relativo all'ipotesi di accordo presentatoci (sottolineiamo che il documento ci era pervenuto due ore prima dell'incontro), ci auguravamo che la convergenza mostrata si potesse riscontrare nel bando di applicazione dell'art.57.

Nella valutazione relativa al costo dell'operazione, è stato determinato metà del finanziamento e a seguito della esigenza di reperire ulteriori fondi, la UIL, in un suo intervento, ha evidenziato la necessità di intervenire oltre che sui finanziamenti già individuati (  800.000) anche sulle entrate dei master. L'Amm.ne a questo proposito ha dato un segnale convergente programmandone una percentuale da utilizzare per le finalità del 57 (selezioni passaggi di categoria).
Dopo la marcia della pace del 15 febbraio riprenderà la trattativa, ci auguriamo di poter trovare al tavolo anche coloro che fino ad oggi si sono mostrati refrattari ad un accordo, in quanto l'obiettivo è lo stesso: Garantire a tutti i lavoratori la possibilità di passare di categoria, rispettando i vincoli contrattuali.

Vi informiamo inoltre che:

IL DIRETTIVO UIL DI ATENEO PARTECIPERA' ALLA MARCIA DELLA PACE DEL 15 - 02 - 03.
Chi desidera aderire può contattarci all'indirizzo: uil@unifi.it

Il Direttivo UIL - P.A. di Ateneo

Firenze, 08-02-2003

Aggiornato il 13/02/2003