SETTEMBRE 2002 - AUTUNNO CALDO
Cari colleghi,
in relazione alle assemblee decentrate organizzate dalla CGIL, con la
partecipazione delle RSU, chiariamo volentieri quello che a noi sembrava
evidente e cioè che la UIL di questo Ateneo non ha mai condiviso
i contenuti del "Patto per l'Italia" (quello, per intenderci,
dell'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori). Infatti,
dopo la firma del documento, la UIL comparto Università di Firenze
ha chiesto alla maggioranza interna della UIL nazionale come era stato
possibile realizzare quel tipo di accordo. La giustificazione fornita
è stata: "visto il rapporto di forza tra maggioranza ed opposizione
il Decreto sarebbe facilmente passato alla Camera e al Senato e non avremmo
ottenuto, tra le altre cose, la sperimentazione triennale dell'articolo
18 ed il finanziamento di nuovi ammortizzatori sociali". Sarà
…, comunque noi della UIL comparto Università di Firenze abbiamo
sempre preso le distanze dalle azioni politiche del Governo Berlusconi,
specie quando basate sulla riduzione dei diritti dei lavoratori. Pertanto
riteniamo doveroso spiegare meglio i nostri indirizzi a tutti i colleghi
e specialmente a quei compagni che da tempo seguono il nostro lavoro con
interesse, simpatia e rispetto. Prima di tutto è doveroso fare
una constatazione: noi riteniamo compito delle Segreterie nazionali la
riduzione delle fratture che tanti danni fanno ai lavoratori, anche su
scala locale (vedi ad esempio la posizione di totale isolazionismo del
Segretario territoriale CISL Università, con tutto quello che ne
consegue).
Nonostante le rassicurazioni di Berlusconi di voler onorare il Patto per
l'Italia firmato con CISL e UIL, noi riteniamo che le Confederazioni dovranno
rivedere le proprie scelte alla luce del pessimo andamento dell'economia
mondiale e nazionale che non consentirà di trovare le risorse per
finanziare gli elementi del Patto: ammortizzatori sociali, diminuzione
delle tasse per lavoratori e pensionati, politiche sociali e per il Mezzogiorno,
congrui rinnovi dei contratti di lavoro (concertazione e politica dei
redditi) ed in questo caso saremmo pronti al contrasto costruttivo.
Passiamo ora ai problemi ancora aperti del nostro Ateneo che possiamo
sintetizzare in quello che è nostra intenzione far sapere al nuovo
Direttore Amministrativo esponendo tutti i percorsi che devono essere
garantiti dall'Amministrazione per un Ateneo conforme alle aspettative
degli utenti e dei lavoratori e agli obiettivi della nostra O.S. Quindi
ribadiremo:
- la ferma determinazione nell'ottenere la giusta valorizzazione della
risorsa umana, che a nostro giudizio costituisce il problema principale
della Pubblica Amministrazione e che da noi si realizzerà con
l'applicazione immediata dell'art. 57 del CCNL e del successivo Riposizionamento
(Accordi Aprile 1999) e tramite la collaborazione costruttiva di tutte
le forze veramente interessate a risolvere questo punto, nei modi
già ampiamente discussi e concordati. Questo problema si
inserisce nel riassetto generale dell'organizzazione del lavoro: i Poli
sono ormai una realtà, con tutte le implicazioni che ne derivano
(mobilità, ridefinizione dei carichi di lavoro, ecc.) e quindi
è ora che i lavoratori vedano compensato il loro maggiore impegno.
- La piena collaborazione nell'individuare le formule più appropriate
per garantire la formazione permanente con l'indicazione di tempi e
modi per la realizzazione.
- La piena collaborazione con tutte le forze che desiderano sanare
il grave problema della carenza organica. Il nuovo Direttore ci troverà
sicuramente dalla sua parte se deciderà di assumere a tempo indeterminato
il personale precario che abbia già maturato esperienza nella
P.A.
- La piena solidarietà ed attenzione ai giovani disoccupati
che aspettano il concorso a 45 posti per Amministrativi e che temono
l'esito del ricorso al Consiglio di Stato fatto dal Segretario della
CISL.
- Il pieno apporto alla stesura del bando di concorso per Tecnici che
dovrà uscire entro il 2002, pena il blocco delle assunzioni nel
Pubblico Impiego previsto dalla prossima Finanziaria.
- La disapprovazione per ulteriori processi di precarizzazione, che
in attesa dei nuovi assunti era necessario anche nel nostro Ateneo ma
non deve risultare la normalità, (lavoro a tempo determinato,
interinale, notule, co.co.co, ecc.) lasciando alle OO.SS. Nazionali
il compito della tutela legislativa dei lavoratori atipici.
- La ferma volontà di dare avvio al tele lavoro per le situazioni
particolarmente difficili come ad esempio, i genitori di bambini sotto
gli otto anni e coloro che hanno disabili nel nucleo famigliare.
- La ferma opposizione alla vendita di immobili dal valore architettonico,
artistico, storico e monumentale. Essendo beni dello Stato, e quindi
di tutti noi, il Governo deve garantirne il mantenimento e la tutela
al nostro Ateneo. Semmai se ne può accettare il passaggio da
un ente all'altro, in modo che il patrimonio demaniale venga ottimizzato
e non disperso.
- La ferma volontà di ridefinire gli importi ed i criteri di
erogazione del salario accessorio, trovando anche una soluzione convergente
per la corresponsione in un'unica voce dell'indennità di rientro
pomeridiano e della mensa.
- La ferma volontà di introdurre la fruizione oraria delle ferie.
- La determinazione di aumentare il peso del Personale tecnico-amministrativo
nelle elezioni del Rettore.
Insomma non lasceremo nulla di intentato affinché si realizzino
efficaci interventi per evitare il collasso dell'Università anche
alla luce dell'attuale e insostenibile blocco stipendiale che penalizza
gravemente il Personale tecnico - amministrativo.
INFINE CHI DESIDERA PARTECIPARE CON NOI ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE,
DAVANTI AL MINISTERO DELLA FUNZIONE PUBBLICA, CHE SI TERRÀ IL GIORNO
7 OTTOBRE P.V. PER POTER ESPRIMERE TUTTA LA INDIGNAZIONE CONTRO
LE CONTROPARTI È PREGATO DI CONTATTARCI:
E-mail: uil@adm.unifi.it
fusco@adm.unifi.it
Cell. 3384603004.
Il Direttivo UIL P.A. di Ateneo
Firenze, 22-09-02
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