Unione Italiana Lavoratori -
Coordinamento Università


Cari colleghi,

in relazione alle continue richieste di informazioni relative al futuro delle pensioni e dell’Ateneo vi descriveremo un sintetico panorama generale che permetterà di avere un po’ di elementi a ognuno di voi per trarre delle conclusioni personali.

Per prima cosa va chiarita la differenza tra sistema pensionistico retributivo e quello contributivo:

- sistema pensionistico retributivo è quello che permette di ottenere il calcolo delle pensioni sulla base di un certo numero di anni di versamenti, gli ultimi cinque per coloro che sono andati in pensione entro il 1995, e permette di ottenere, sulla base del trattamento retributivo, una pensione pari ad una certa percentuale di stipendio (85%) garantendo al pensionato che essa aumenti con l’aumentare del costo della vita.

  • sistema contributivo è basato sul totale dei versamenti effettuati ai fini pensionistici e viene pertanto calcolato sull’intera vita lavorativa e, una volta calcolata la somma che spetta, "non ci saranno aumenti in relazione all’incremento del costo della vita".

Partendo da questa realtà ne deriva che chi andrà in pensione oggi, con il sistema contributivo, avendo maturato meno di 18 anni di versamenti nel 1995 (legge Dini), dovrà fare i conti con un trattamento pensionistico pari a circa il 45% rispetto al proprio stipendio terminale.

Pur considerando giuste tutte le ragioni che hanno portato a queste decisioni, la realtà è che un lavoratore dal momento che cesserà il rapporto di lavoro dovrà cambiare completamente il proprio tenore di vita, peggiorandolo proprio nel momento in cui avrebbe più bisogno. Inoltre i cari pensionati potranno dimenticarsi di poter realizzare i propri sogni con la tanto sospirata liquidazione perché non sarà più data. Anzi oggi si vuole estendere la legge Dini del 1995 anche a coloro che in quella data avevano già maturato 18 anni di lavoro effettivo. Per questo motivo siamo rimasti sbalorditi di fronte alla tiepida reazione delle Confederazioni di fronte al tentativo di rendere attuabili tali provvedimenti ulteriormente restrittivi.

Per fortuna sembra che la reazione sta finalmente arrivando ed è riscontrabile dal fatto che CGIL – CISL – UIL Università hanno indetto uno sciopero per il 15 ottobre motivato principalmente dai grandi ritardi relativi alla stipulazione del contratto nazionale, ritardi dovuti alla sordità degli interlocutori (MURST, Conferenza dei Rettori, ARAN) alle proposte avanzate dalle OO. SS. Indirizzate a promuovere, l’efficacia del sistema universitario e gli interessi di chi in esso lavora. In poche parole, crediamo che la volontà politica è quella di distogliere l’attenzione del sindacato e dei dipendenti dai problemi locali per aumentare i tempi di applicazione delle soluzioni scaturite con il protocollo d’intesa che abbiamo siglato.

Per questo motivo si ritiene che come minimo si debba partecipare allo SCIOPERO DEL 15 OTTOBRE FACENDO DISTINGUERE L’UNITA’ DELL’ATENEO ATTRAVERSO LA TOTALE PARTECIPAZIONE ALLE FORME DI LOTTA NECESSARIE.

Firenze, 24-09-1999

 

Aggiornato il 15/11/2001